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RIORDINO DELLE CARRIERE: “L’EMINENZE GRIGIE COLPISCONO ANCORA”

“Il Si.P.Pe esprime assoluta insoddisfazione”!

Sono stati mesi bui quelli che hanno caratterizzato la formazione e l’emanazione del decreto legislativo 95/2017 (riordino delle carriere) e auspicavamo un sensibile cambio di rotta per l’emanazione delle disposizioni correttive ed integrative, la cui delega da parte del Governo andava esercitata entro settembre 2019. Nel passaggio precedente non abbiamo sottaciuto la delusione per la grande occasione persa, portando a casa un “riordino” nel quale non ci siamo riconosciuti. Siamo scesi in piazza per chiederne la modifica e per pretendere un continuo confronto su un tema tanto cruciale quanto delicato. Il confronto c’è stato; un lavoro certosino condotto da un tavolo tecnico all’uopo formato presso il DAP con la partecipazione del Capo del Dipartimento e dei delegati sindacali, salvo poi leggere dell’approvazione, nel Consiglio dei Ministri dello scorso 26 settembre, di uno schema di decreto legislativo distante anni luce dalla proposta del Tavolo paritetico, insoddisfacente, farraginoso e – ci sia consentito – anche pruriginoso. Il sentimento odierno mette insieme indignazione e delusione per un correttivo che continua a generare atti legislativi che mal si attagliano alle esigenze di governo dei penitenziari e che – anche questa volta – meglio risponde alle esigenze delle altre Forze di Polizia! Ancora una volta i presupposti non sono dei migliori! Ancora una volta, nonostante tutti gli sforzi profusi congiuntamente, non ci riconosciamo in un atto bislacco che da un lato porge un contentino (con la riduzione dei tempi di permanenza per alcuni profili per la promozione al grado superiore) dall’altra ci priva dell’opportunità di una carriera che abbia quella spinta verso l’alto che doverosamente meritiamo. Né possiamo ritenerci soddisfatti della doppia Dirigenza Generale attribuita al Corpo, che è ben poca cosa rispetto a quanto ci è invece stato negato. Due Dirigenze Generali talmente prive di contenuti sostanziali che analizzandole non si può non pensare ad una “congiura” delle eminenze grigie! E ancora finanche “offensivo” e dequalificante appare l’introduzione della nuova figura dell’INTENDENTE, o meglio la nuova denominazione che sostituirà il commissario coordinatore e il commissario coordinatore superiore. Un nuovo lemma – anche questo figlio di qualche eminenza grigia - dal richiamo militaresco che stride alquanto con l’ordinamento civile della Polizia Penitenziaria. Ad alimentare lo sdegno si aggiunge il mancato raggiungimento del risultato per l’intera partita del ruolo ispettori per i quali, almeno in via perequativa, si era ipotizzato se non un’intera ricostruzione della carriera almeno l’anticipazione della decorrenza giuridica della nomina. Nulla di tutto questo si legge nello schema in esame! Di certo non staremo a guardare il viaggio verso la deriva di questo ennesimo “barcone”; rappresenteremo alle Commissioni Parlamentari competenti tutte le nostre motivate resistenze, affinché il correttivo esplichi effettivamente la propria funzione di “correzione” di un atto legislativo (D Lgs 95/2017) che di certo non ha prodotto i risultati sperati. La Segreteria Generale Si.P.Pe. 

Last modified on Lunedì, 30 Settembre 2019 14:48
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