
Redazione
EX COMANDANTE DEL CARCERE DI NUORO VINCE CONTRO IL DAP CHE GLI AVEVA REVOCATO L’INCARICO. VIENE RISARCITA DEL DANNO
Il Consiglio di Stato dà ragione alla Dottoressa Manuela Cojana, Dirigente Aggiunto di Polizia Penitenziaria, a cui era stato tolto l’incarico di comandante del super carcere di Nuoro per non meglio specificate inefficienze relative all’organizzazione del lavoro e non corretta gestione dei servizi del reparto, nonché su un abnorme aumento di assenza per malattia tra il personale. Secondo il CdS, questo motivo è ingiustificato e non è sufficiente a sorreggere la revoca del comando, pertanto la Dirigente, che nel frattempo subisce diversi provvedimenti di demansionamento e di distacco in diversi istituti della Sardegna, subendo anche un procedimento disciplinare annullato dal CdS, viene risarcita per 12 mila euro e spese legali per 8 mila euro. Illegittimi quindi tutti i provvedimenti contro di lei, a partire dalla revoca dell’incarico di comandante del super carcere di Badu 'e Carros. Secondo il consiglio di Stato, sussistono tutti i presupposti (condotta, colpa, nesso di causalità, evento dannoso) per condannare il Ministero della giustizia al risarcimento del pregiudizio patito dal Dirigente Aggiunto di Polizia Penitenziaria. Nella foto: Manuela Cojana
ILLEGITTIME, PER CONTRASTO CON LA COSTITUZIONE E CON LE FONTI EUROPEE, LE NORME CHE DISTINGUONO SECONDO IL GENERE I POSTI DA METTERE A CONCORSO PER LA QUALIFICA DI ISPETTORE DI POLIZIA PENITENZIARIA
La Corte costituzionale, con la sentenza n. 181, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 44, commi da 7 a 11, del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95, dell’allegata Tabella 37 e della Tabella A, allegata al decreto legislativo 30 ottobre 1992, n. 443, nella parte in cui distinguono secondo il genere, in dotazione organica, i posti da mettere a concorso nella qualifica di ispettore del Corpo di Polizia penitenziaria.
RICCARDO TURRINI VITA NUOVO GARANTE NAZIONALE DEI DIRITTI DELLE PERSONE PRIVATE DELLA LIBERTÀ PERSONALE”.
“Per alcuni manca la terzietà, per noi l’uomo giusto al posto giusto” Riccardo Turrini Vita è stato nominato dal Governo – su proposta del Ministro della Giustizia Carlo Nordio – come nuovo Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale”.
Una carica ricoperta da una persona di elevata cultura, grande esperienza e particolare sensibilità per il mondo carcerario, nonché conoscitore del difficile compito istituzionale delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria.
Un augurio di buon lavoro al Garante giunge da Alessandro De Pasquale - Presidente SIPPE e dal Segretario Generale Sippe Carmine Olanda.
COMITATO PER LE PARI OPPORTUNITA’ ESITO DELL’INCONTRO
In data 25 settembre u.s., presso il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, si è tenuta la riunione del Comitato per le Pari Opportunità della Polizia Penitenziaria. L'incontro si è aperto con la presentazione dei nuovi componenti di parte pubblica, nominati a seguito di interpello. Durante la seduta, sono state prese decisioni collegiali riguardanti i punti di interesse del CPO per le future attività. L’assegnazione al gruppo di lavoro per il “Contrasto alla violenza e alle molestie” in linea con l'ultima versione del Codice, costituirà una base fondamentale per le attività del gruppo. La nostra delegazione sindacale ha evidenziato l’importanza della definizione dei vari gruppi di lavoro e delle loro competenze specifiche. La prossima riunione in seduta plenaria del Comitato è prevista per la fine del mese di ottobre.
SIPPE
CONDOTTA ANTISINDACALE, CONDANNATO PER LA SECONDA VOLTA IL DIPARTIMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA E LA DIREZIONE DEL CARCERE DI AUGUSTA”.
Roma, 22 giugno 2024. Con ricorso ex art. 28 legge n. 300/1970, i Sindacati SIPPE e SINAPPE, assistiti dall’avvocato Maurizio Papa del foro di Siracusa, denunciavano una condotta antisindacale posta in essere dal Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e dalla Casa di Reclusione di Augusta, consistente nell’aver irrogato al sindacalista Bongiovanni Sebastiano la sanzione disciplinare della deplorazione per aver quest’ultimo firmato un comunicato stampa nella qualità di sindacalista del Si.P.Pe., con il quale il medesimo affermava “la scrivente Organizzazione Sindacale ed il sottoscritto denuncia un clima preoccupante presso la C.R. di Augusta in cui sono costretti a lavorare i sindacalisti” (comunicato stampa fatto poi oggetto di alcuni articoli pubblicati su siti web a diffusione locale e condivisi dal Bongiovanni nel proprio profilo Facebook). Il Si.P.Pe. ed il Si.N.A.P.Pe. chiedevano al giudice dichiararsi l’antisindacalità della condotta posta in essere dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e dalla Casa di Reclusione di Augusta. Il giudice della fase sommaria accoglieva il ricorso dei sindacati con conseguente ordine all’Amministrazione di cessazione del comportamento illegittimo, immediata disapplicazione del provvedimento disciplinare, con conseguente condanna dell’amministrazione ad euro 1.500,00 per compensi professionali, oltre accessori di legge. “Come se non bastasse – dichiara il Presidente del SIPPE Dott. Alessandro De Pasquale - L’amministrazione penitenziaria, evidentemente convinta della bontà delle sue azioni, decide di opporsi al decreto del giudice della fase sommaria ma viene ancora condannata dal Tribunale di Siracusa, sezione lavoro Giudice Luca Gurrieri, ad ulteriori spese di lite, che liquida nella complessiva somma di € 2.000,00 per compensi, oltre IVA, CPA e spese generali al 15 %”. “Il Tribunale – dichiara De Pasquale - rigetta infatti il ricorso dell’Amministrazione e conferma integralmente la decisione del primo giudice, dott. Favale.” “Secondo il Segretario Generale del SINAPPE, Dott. Roberto SANTINI, si tratta di una sentenza storica contro un provvedimento disciplinare, utilizzato dall’Amministrazione per impedire o limitare l’esercizio della libertà e dell’attività sindacale, tutelata dalla nostra carta Costituzionale”.
Il Tribunale di Siracusa, nella sentenza, afferma che il dirigente sindacale Sebastiano Bongiovanni, nella pubblicazione del comunicato stampa e dei post (posti dall’Amministrazione alla base della sanzione disciplinare della deplorazione), ha espresso – quale rappresentante sindacale e non come semplice lavoratore – la propria posizione critica nei confronti del datore di lavoro nel pieno esercizio della libertà e dell’attività sindacale, senza che possa ravvisarsi una pubblica campagna denigratoria lesiva del prestigio del datore di lavoro.
“In questi ultimi anni – afferma Sebastiano Bongiovanni – sono stato incredibilmente e artatamente colpito nella mia posizione più debole (quella di lavoratore dipendente) con lo scopo da parte dell’Amministrazione di sfibrare la mia posizione più forte (quella di dirigente sindacale)”. “Oggi posso dire che Giustizia è fatta – continua Bongiovanni - ma ho già dato mandato ai miei legali per valutare ogni azione a tutela della mia persona in quanto i comportamenti vessatori subiti in questi anni, nonché le flessioni in negativo delle note caratteristiche professionali, hanno arrecato un danno alla mia progressione in carriera, oltre ai danni subiti alla mia salute”.