Il SIPPE, Sindacato Polizia Penitenziaria
Roma, 06 Feb. 2024 - Ci sono uomini e donne che ogni giorno ...
Ennesima denuncia del SIPPE e del SINAPPE sulla difficile
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Si è svolta nella mattinata odierna, alla presenza della
Redazione

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“Il Si.P.Pe esprime assoluta insoddisfazione”!

Sono stati mesi bui quelli che hanno caratterizzato la formazione e l’emanazione del decreto legislativo 95/2017 (riordino delle carriere) e auspicavamo un sensibile cambio di rotta per l’emanazione delle disposizioni correttive ed integrative, la cui delega da parte del Governo andava esercitata entro settembre 2019. Nel passaggio precedente non abbiamo sottaciuto la delusione per la grande occasione persa, portando a casa un “riordino” nel quale non ci siamo riconosciuti. Siamo scesi in piazza per chiederne la modifica e per pretendere un continuo confronto su un tema tanto cruciale quanto delicato. Il confronto c’è stato; un lavoro certosino condotto da un tavolo tecnico all’uopo formato presso il DAP con la partecipazione del Capo del Dipartimento e dei delegati sindacali, salvo poi leggere dell’approvazione, nel Consiglio dei Ministri dello scorso 26 settembre, di uno schema di decreto legislativo distante anni luce dalla proposta del Tavolo paritetico, insoddisfacente, farraginoso e – ci sia consentito – anche pruriginoso. Il sentimento odierno mette insieme indignazione e delusione per un correttivo che continua a generare atti legislativi che mal si attagliano alle esigenze di governo dei penitenziari e che – anche questa volta – meglio risponde alle esigenze delle altre Forze di Polizia! Ancora una volta i presupposti non sono dei migliori! Ancora una volta, nonostante tutti gli sforzi profusi congiuntamente, non ci riconosciamo in un atto bislacco che da un lato porge un contentino (con la riduzione dei tempi di permanenza per alcuni profili per la promozione al grado superiore) dall’altra ci priva dell’opportunità di una carriera che abbia quella spinta verso l’alto che doverosamente meritiamo. Né possiamo ritenerci soddisfatti della doppia Dirigenza Generale attribuita al Corpo, che è ben poca cosa rispetto a quanto ci è invece stato negato. Due Dirigenze Generali talmente prive di contenuti sostanziali che analizzandole non si può non pensare ad una “congiura” delle eminenze grigie! E ancora finanche “offensivo” e dequalificante appare l’introduzione della nuova figura dell’INTENDENTE, o meglio la nuova denominazione che sostituirà il commissario coordinatore e il commissario coordinatore superiore. Un nuovo lemma – anche questo figlio di qualche eminenza grigia - dal richiamo militaresco che stride alquanto con l’ordinamento civile della Polizia Penitenziaria. Ad alimentare lo sdegno si aggiunge il mancato raggiungimento del risultato per l’intera partita del ruolo ispettori per i quali, almeno in via perequativa, si era ipotizzato se non un’intera ricostruzione della carriera almeno l’anticipazione della decorrenza giuridica della nomina. Nulla di tutto questo si legge nello schema in esame! Di certo non staremo a guardare il viaggio verso la deriva di questo ennesimo “barcone”; rappresenteremo alle Commissioni Parlamentari competenti tutte le nostre motivate resistenze, affinché il correttivo esplichi effettivamente la propria funzione di “correzione” di un atto legislativo (D Lgs 95/2017) che di certo non ha prodotto i risultati sperati. La Segreteria Generale Si.P.Pe. 

Si è Commissari fino alla qualifica di commissario capo, poi saranno chiamati “intendenti”. Nasceranno due direzioni generale dedicate alla polizia penitenziaria. Questi correttivi sembrano essere un’ulteriore regalo per chi ha già goduto di precedenti riordini. A quanto pare nulla è previsto per i neo ispettori dell’ultimo concorso interno che, per ottenere giustizia, dovranno aspettare l’esito del ricorso al TAR. “Spero che in commissioni parlamentari questo scandalo possa essere eliminato, è un riordino che sembra sistemare i funzionari e chi ha già goduto dei benefici nei precedenti riordini”. Lo dichiara Carmine Olanda, Segretario Generale del SIPPE.

Leggi il decreto legislativo

Il Consiglio dei ministri di ieri 19 Settembre 2019 ha approvato un decreto legge che prevede tra l’altro “la rimodulazione degli stanziamenti per la revisione dei ruoli e delle carriere e per i compensi per lavoro straordinario delle Forze di Polizia e delle Forze Armate”. Lo stesso Consiglio dei Ministri ha inoltre condiviso l’impegno ad adottare a breve ogni utile iniziativa che consenta di individuare risorse idonee per finanziare le prestazioni di lavoro straordinario delle forze di polizia. Nella successiva riunione del 20 settembre scorso a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, dell’Interno Luciana Lamorgese, della Giustizia Alfonso Bonafede, e dell’Economia Roberto Gualtieri “si è preso atto della necessità di concludere il percorso normativo relativo al RIORDINO dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia, tenuto conto che la delega scade il giorno 30 settembre 2019. Ciò premesso il Dipartimento per gli Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio ha predisposto una riunione preparatoria che si terra’ il giorno martedì 24 settembre 2019, alle ore 16.00, a palazzo chigi, sala verde, per l’esame congiunto.

Leggi la comunicazione

"Mi complimento con le forze dell'Ordine e con il comando della polizia penitenziaria di Latina per l'operazione di questa notte, che ha portato all'arresto anche di due poliziotti penitenziari, a quanto pare corrotti". A dichiararlo è Alessandro De Pasquale, Presidente Nazionale del Si.P.Pe. (Sindacato Polizia Penitenziaria) che aggiunge: “È inutile nascondere l'amarezza che questo arresto ha determinato tra i poliziotti penitenziari di Latina, tuttavia è opportuno affermare che il Corpo di Polizia Penitenziaria e il carcere pontino sono comunque un'Istituzione sana, tanto che l’arresto dei due poliziotti penitenziari è un risultato di un'attività investigativa a cui hanno partecipato gli stessi poliziotti penitenziari della Città pontina". Nel carcere di Latina - conclude De Pasquale - ci sono circa 200 professionisti, tra personale civile e di polizia, che operano con sacrificio, spirito di servizio e senso del dovere ed i poliziotti penitenziari sono sempre in prima linea per eliminare eventuali mele marce".

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